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LA VERSIONE RITMICA IN ITALIANO
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È di fondamentale importanza essere consapevoli di ciò che ci accingiamo a recitare quando svolgiamo la pratica quotidiana. Una recitazione svolta in lingua straniera, per quanto assorta possa essere, non diverrà mai abbastanza profonda se non si è consapevoli del significato del testo e, di conseguenza, dell’insegnamento che il Buddha ci dona. Purtroppo, la differenza tra la lettura dei caratteri cinesi con pronuncia giapponese e la lingua italiana è abissale: nel primo caso, il testo si presta benissimo a una recitazione sillabica, mentre nel secondo, il canto può divenire pesante, stancante o addirittura disordinato soprattutto se più persone sono coinvolte, per mancanza di regole a riguardo. Inoltre, la recitazione sillabica di un testo in lingua italiana è resa frammentata e, di conseguenza, di difficile comprensione anche per chi svolge direttamente la pratica. In Giappone, la recitazione del SÅ«tra non è svolta soltanto in Shindoku (pronuncia giapponese approssimata, di epoca medioevale, dei caratteri cinesi). Molto spesso, soprattutto quando devono svolgere cerimonie per i laici, i monaci recitano passi del SÅ«tra in un altro stile che si chiama Kundoku (traduzione dei caratteri cinesi in vernacolo, ovvero nella lingua giapponese natia, chiamata anche “lettura del significato”), per coinvolgere maggiormente i partecipanti. Proprio ispirandomi allo stile Kundoku ho ideato una versione ritmica che mira a conferire alla recitazione dignità, musicalità, morbidezza, eleganza e, ovviamente, ad approfondire la comprensione dell’insegnamento. Mantenendo nella recitazione sempre lo stesso ritmo (possibilmente non troppo spedito per favorire la pronuncia) e intonando sempre la stessa nota, si ponga attenzione anche alla suddivisione del testo: il trattino “ – ” suddivide la parola, mentre la sottolineatura “ ____ ” unisce il testo in una sola battuta. La recitazione del Sacro Titolo del SÅ«tra del Loto rimane invariata nella pronuncia. Sebbene in Cina si possa incontrare il canto del Sacro Titolo svolto in lingua natia e in altri paesi in sanscrito, non è bene tradurne la recitazione, perché in quel momento si è impegnati a cantare il nome del Dharma stesso, che va al di là di parole e traduzioni.

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La cosa migliore per imparare a praticare è farlo insieme alle altre persone! A partire dal prossimo anno terremo regolari incontri di pratica e di studio, così che tutti possano migliorare l’approccio alla pratica Buddhista.

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