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LA PRATICA
La pratica più importante per i Buddhisti Nichiren, o l'unica che è strettamente necessaria, è la recitazione dell'Odaimoku: "Namu Myōhō Renge Kyō".
Ma, generalmente parlando, si può dire che questa pratica acquisisce un significato più profondo se combinata con altre pratiche principali e, ancor di più, se si aggiungono alcune pratiche secondarie. Nel Sūtra del Loto, il Buddha ha rivelato che tutti i Buddha, incluso se stesso, si sono illuminati riverendo il Sūtra del Loto. Questo è proprio quello che facciamo quando recitiamo l'Odaimoku. Attraverso questa pratica diveniamo una cosa sola con il Buddha e coltiviamo la nostra natura di Buddha.
Un'altra parte del cuore della pratica è la recitazione di alcune sezioni del Sūtra del Loto. Le parti recitate più comunemente sono il capitolo II, dal suo inizio fino all'enumerazione delle Dieci Talità, e la parte in versi del capitolo XVI (alcune scuole Nichiren recitano tutto il capitolo XVI, come fanno talvolta anche i membri della Nichiren Shū).
La pratica secondaria più comune nella pratica quotidiana e nelle cerimonie è l'aggiunta di preghiere. La maggior parte delle volte si tratta di preghiere standard che esprimono il nostro desiderio di beneficiare tutti gli esseri viventi, invocare la presenza del Buddha e di tutte le divinità protettrici, esprimere i nostri voti di Buddhisti e di Bodhisattva, e offrire apprezzamento al Buddha, al Sūtra del Loto e ai nostri maestri, specialmente a Nichiren Shōnin.
La pratica della meditazione silenziosa è spesso associata alla scuola Zen, ma effettivamente tutti i Buddhisti siedono in meditazione fin da quando il Buddha ha conseguito l'illuminazione. Questa pratica ci aiuta a sviluppare tranquillità, e ci permette di acquisire introspezione sul funzionamento della mente, e ci può spingere ad essere più pazienti con noi stessi. Nel Buddhismo Nichiren, la meditazione è sempre praticata con la recitazione dell'Odaimoku come riflesso del Sūtra del Loto.